La
palestra nasce nell’antica Grecia ed era un luogo dove i giovani potevano
esercitarsi nella lotta e nel pugilato.
Nella
storia ritroviamo di nuovo il concetto di palestra nella Francia del 1800. Questo
luogo era strutturato in maniera molto differente dal modello attuale: era un
luogo estremamente spazioso, dove all’interno della struttura vi era una pista
di atletica e diverse “salette” per varie specialità come lotta, scherma,
ginnastica artistica e sollevamento pesi.
Falk Benjamin
Questo
tipologia di palestra era frequentata
quasi esclusivamente da giovani nobili, gli unici a potersi permettere
l’iscrizione a tale luogo.
In
Italia la ginnastica si sviluppa nel
1800. Nel 1833, infatti, arrivò dalla Svizzera il maestro RodolfoObermann, chiamato a Torino per insegnare ginnastica al corpo degli artiglieri
e dei pontieri. Questa iniziativa ebbe molto successo, tanto che la ginnastica
divenne parte integrante della formazione militare e fu accolta dagli
intellettuali come uno strumento utile alla formazione morale e civile dei
cittadini. Obermann utilizzava il metodo ideato dal tedesco Adolf Spiess, che
consisteva in esercizi a corpo libero ed evoluzioni agli attrezzi.
Nel
1844, da un’idea dello stesso Obermann, nacque la "Reale SocietàGinnastica di Torino", che fu la prima associazione sportiva in Italia e
una delle prime in Europa. Nel 1846 gli allievi della società erano 103, e
l’anno successivo erano già il doppio. La palestra sede della Società si rivelò
quindi insufficiente ad accogliere il numero crescente di sportivi.
Immagine raffigurante la sede della "Reale società Ginnastica Torino".
Un allievo di Obermann, il bergamasco Emilio Baumann, medico e ed insegnante sportivo del 1800, diede un importante impulso alla diffusione dell’allenamento. Nel 1872 introdusse l’insegnamento della ginnastica nelle scuole elementari e elaborò anche un piano per il condizionamento fisico femminile. Nel 1884 ottenne, tramite concorso, la direzione della ScuolaNormale di ginnastica di Roma.
Con
la rivoluzione industriale, lo spostamento del lavoro dalle campagne, dove il
lavoro era più impegnativo dal punto di vista fisico, alle città, Baumann
osservò con attenzione le nuove generazioni, notando che esse erano più
sedentarie delle precedenti e mostravano una maggiore tendenza all'obesità. Propose
dunque l'educazione fisica per migliorare l'apparato locomotore e la persona.
Baumann
oltre come padre della ginnastica italiana venne anche ricordato per
l’invenzione di alcuni strumenti utilizzati ancora oggi come: l'asse
d'equilibrio, gli appoggi, i ceppi, le clavette, lo stadio ginnastico,
l'autortopede, vari tipi di saltometro, lo spirometro, il tavolo ginnastico.
Durante
il fascismo venne curata molto l’educazione fisica dei giovani, come previsto
dalla riforma Gentile, volta a rendere la gioventù più preparata fisicamente
nel caso di guerra. Nel 1937 tutte le
organizzazioni giovanili furono unificate nella GIL, Gioventù Italiana del
Littorio, meglio conosciuta con il nome di GIOVENTÙ FASCISTA. Nella scuola
del fascismo ci fu un particolare interesse per l'educazione fisica e fu
anche istituita, per questo motivo, l'accademia fascista di educazione fisica
e giovanile. Nelle gare ginnico - sportive organizzate dall'opera nazionale
balilla durante l'anno 1931 si avvicendarono ben 240,000 giovani mentre altri
100,000 presero parte a escursioni e gite. Campi sportivi e società varie per
ogni genere di sport sono state create in quasi tutti i comuni, nelle grandi
città sono sorti stadi per gare collettive, attrezzati in modo da poter
sostenere il paragone con i più celebrati del mondo: Basti ricordare il
Littoriale di Bologna e il foro Mussolini di Roma. In tutte le discipline ci
fu un presidente il Comitato Olimpionico Nazionale Italiano (C.O.N.I.) che
provvedeva alla preparazione degli sportivi italiani alle olimpiadi
internazionali.
"Piccole italiane" in marcia.
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