venerdì 14 giugno 2013

Storia dell'allenamento (fino al Fascismo)



La palestra nasce nell’antica Grecia ed era un luogo dove i giovani potevano esercitarsi nella lotta e nel pugilato.
 
 

Nella storia ritroviamo di nuovo il concetto di palestra nella Francia del 1800. Questo luogo era strutturato in maniera molto differente dal modello attuale: era un luogo estremamente spazioso, dove all’interno della struttura vi era una pista di atletica e diverse “salette” per varie specialità come lotta, scherma, ginnastica artistica e sollevamento pesi.

 
Falk Benjamin 
 

Questo tipologia di palestra  era frequentata quasi esclusivamente da giovani nobili, gli unici a potersi permettere l’iscrizione a tale luogo.

In Italia la ginnastica si sviluppa nel  1800. Nel 1833, infatti, arrivò dalla Svizzera il maestro RodolfoObermann, chiamato a Torino per insegnare ginnastica al corpo degli artiglieri e dei pontieri. Questa iniziativa ebbe molto successo, tanto che la ginnastica divenne parte integrante della formazione militare e fu accolta dagli intellettuali come uno strumento utile alla formazione morale e civile dei cittadini. Obermann utilizzava il metodo ideato dal tedesco Adolf Spiess, che consisteva in esercizi a corpo libero ed evoluzioni agli attrezzi.

Nel 1844, da un’idea dello stesso Obermann, nacque la "Reale SocietàGinnastica di Torino", che fu la prima associazione sportiva in Italia e una delle prime in Europa. Nel 1846 gli allievi della società erano 103, e l’anno successivo erano già il doppio. La palestra sede della Società si rivelò quindi insufficiente ad accogliere il numero crescente di sportivi.

 
Immagine raffigurante la sede della "Reale società Ginnastica Torino".




Un allievo di Obermann, il bergamasco Emilio Baumann, medico e ed insegnante sportivo del 1800, diede un importante impulso alla diffusione dell’allenamento. Nel 1872 introdusse l’insegnamento della ginnastica nelle scuole elementari e elaborò anche un piano per il condizionamento fisico femminile. Nel 1884 ottenne, tramite concorso, la direzione della ScuolaNormale di ginnastica di Roma.
 
Con la rivoluzione industriale, lo spostamento del lavoro dalle campagne, dove il lavoro era più impegnativo dal punto di vista fisico, alle città, Baumann osservò con attenzione le nuove generazioni, notando che esse erano più sedentarie delle precedenti e mostravano una maggiore tendenza all'obesità. Propose dunque l'educazione fisica per migliorare l'apparato locomotore e la persona.

Baumann oltre come padre della ginnastica italiana venne anche ricordato per l’invenzione di alcuni strumenti utilizzati ancora oggi come: l'asse d'equilibrio, gli appoggi, i ceppi, le clavette, lo stadio ginnastico, l'autortopede, vari tipi di saltometro, lo spirometro, il tavolo ginnastico.
 

Durante il fascismo venne curata molto l’educazione fisica dei giovani, come previsto dalla riforma Gentile, volta a rendere la gioventù più preparata fisicamente nel caso di guerra. Nel 1937  tutte le organizzazioni giovanili furono unificate nella GIL, Gioventù Italiana del Littorio, meglio conosciuta con il nome di GIOVENTÙ FASCISTA. Nella scuola del fascismo ci fu un particolare interesse per l'educazione fisica e fu anche istituita, per questo motivo, l'accademia fascista di educazione fisica e giovanile. Nelle gare ginnico - sportive organizzate dall'opera nazionale balilla durante l'anno 1931 si avvicendarono ben 240,000 giovani mentre altri 100,000 presero parte a escursioni e gite. Campi sportivi e società varie per ogni genere di sport sono state create in quasi tutti i comuni, nelle grandi città sono sorti stadi per gare collettive, attrezzati in modo da poter sostenere il paragone con i più celebrati del mondo: Basti ricordare il Littoriale di Bologna e il foro Mussolini di Roma. In tutte le discipline ci fu un presidente il Comitato Olimpionico Nazionale Italiano (C.O.N.I.) che provvedeva alla preparazione degli sportivi italiani alle olimpiadi internazionali.   
 
 
 
"Piccole italiane" in marcia.
 
 

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